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Calcio

U.S.D. CENGIO 1929

Info e contatti

Ragione socialeU.S.D. CENGIO 1929
PresidenteAdriano Maurizio
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Fax+39 019 555000
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Colori socialiGranata
Atleti iscritti80

Dove siamo

Sede legale17056 CENGIO (SV) – Via Isole, 4
Sede operativa17056 CENGIO (SV) – Via Isole, 4

Orari

Lunedì16:00 – 21:00
Martedì16:00 – 21:00
Mercoledì16:00 – 21:00
Giovedì16:00 – 21:00
Venerdì16:00 – 21:00
Sabato
Domenica

Su di noi

A Cengio il calcio – più o meno ufficiale – nacque nel 1929: l’anno della grande svolta in cui si disputarono i primi campionati a girone unico di serie A e B. Il filone organizzativo su cui si formò la squadra cengese era quello di un’istituzione tipica dell’epoca: l’Opera nazionale dopolavoro, strettamente collegata nello specifico con lo stabilimento Sipe, poi Donegani, oggi Acna.

I primi appassionati si ritrovarono sul campo di “Rio Gelati” e si chiamavano Fasolis, Arena, Bagnasco, Camoirano, Poggio, De Michelis, Lazzarini, Badari, Baronti, Pesce (il primo portiere) e Bianco. Leggendo oggi quei cognomi viene proprio da pensare che vi fossero veri e propri capostipite di dinastie calcistiche.

Per tutto il periodo precedente la guerra il Cengio O.N.D. non disputò campionati federali, ma soltanto tornei U.LI.C., affrontando le compagini di Cairo, Carcare, Ceva, Bagnasco e Cortemilia (con quest’ultima esisteva una particolare rivalità: Cengio – Cortemilia costituiva, insomma, il vero derby dell’epoca). I colori sociali erano azzurri ed è di questi tempi la leggenda di un pallone spaccato da Felice Levratto capitato per caso a Cengio: la possente ala sinistra di Genoa e Inter avrebbe poi provveduto a risarcire la squadra, privata dello strumento posseduto in un unico esemplare.

Dopo la batosta bellica Giuseppe Meliga, grande “promoter” di tutto il movimento calcistico cengese, scelse il nome, inusuale e poetico: A.S. Farfalla. I dirigenti, con Meliga, erano Pesce, Baronti, Zaga (nei decenni successivi eletto presidente), Botto, Salvetto e Guido Allasia, incaricato del delicatissimo compito di “conservatore” dei palloni.

La parte conclusiva degli anni ’40 si rivelò decisiva per la storia del Cengio: si acquisì il terreno delle “Isole” per costruirvi il campo sportivo; la società assunse il suo assetto definitivo, furono scelti i colori granata, in omaggio al grande Torino venne vinto il primo campionato federale: II divisione, anche grazie all’abilità dell’allenatore savonese Giovanni Besio (che, in tempi successivi, legherà il suo nome al periodo più fortunato della Veloce).

In Prima Divisione il Cengio si trovò a competere con Cairese, Loanesi, Quilianesi, Finalese, Ventimigliese, Avis Valleggia. Nel ’57-’58 il grande salto in Promozione, la serie A del calcio ligure, appena abbandonata dal Savona risalito tra i “prof” ma frequentato da Imperia, Albenga, Alassio, Vado, Varazze, Sestrese.

Con la maglia granata erano in campo gli atleti che hanno caratterizzato un ventennio: Scavino, Dormetta, Molinari, Pizzorno, Caracciolo I e II, Meliga, Bandoni. Con quegli atleti si trovarono dirigenti di grande valore: da Pino Salvi (cui è dedicato lo stadio), a Omero Colombardo, oggi scomparsi, ad altri ancora sulla breccia. Da ricordare il 7° posto del ’60-’61, in un torneo dominato dall’Albenga, con i granata rafforzati dagli innesti del “gatto magico” Giuan Traversa, del finissimo attaccante vadese Luigino Pittaluga e del cannoniere Berruti.

Il Cengio resse in Promozione, fino al ’64-’65 allorquando uno sfortunato spareggio a Varazze contro i genovesi del Quezzi Canevello (0 – 1) costrinse la compagine diretta da Salvi a tornare in Seconda.

Il purgatorio durò soltanto 12 mesi: nel primo campionato di Seconda disputato su 2 gironi (’66-’67), il Cengio si impose nel raggruppamento B staccando di 4 punti la Corniglianese. La compagine era stata rafforzata con due pedine fondamentali: il portiere Giuliano Spensatello e il centrocampista Ermanno Borgo. Tornato nella categoria superiore, il Cengio ricapitolò, ma – confermando una certa vocazione a fare l’ascensore – risalì subito. Grande stagione quella del ’70-’71 con il titolo ligure di Seconda. La squadra, diretta da Rocchieri, era divisa tra i soliti vecchi (ancora: Scavino, Dormetta, Molinari, Caracciolo) e i giovano emergenti (il cannoniere Arena, Pregliasco, Magliano, Gaiero e De Zanet).

Gli anni ’70 videro il Cengio protagonista in Prima Categoria. I campionati ’79-’80 e ’80-’81 registrarono ottimi piazzamenti (6° e 7° posto). Erano in campo i portieri Povigna e Meliga; i difensori De Zanet e Resio; i centrocampisti Gaiero, Canazza, Lerotti; l’attaccante Poggio (goleador genio e sregolatezza) e soprattutto l’allenatore-giocatore Nico Vasconi, che concluse a Cengio una carriera trascorsa tra Priamar, Veloce, Albenga (tanti campionati in D), Ferraro, Carcarese: aver sacrificato allo studio e al lavoro una classe purissima lasciò un po’ di amaro in bocca a tanti appassionati.

Negli anni successivi il Cengio visse ancora qualche buon momento, in particolare sotto la guida dell’ex-biancoblù Beppe Corbellini, ma la recessione dello sponsor Acna e le difficoltà economiche hanno finito con il riportare la squadra in Seconda Categoria, dove milita attualmente.

Nella stagione 2019/2020, il Cengio ha deciso di concentrarsi sul settore giovanile e di rinunciare almeno per una stagione alla prima squadra. I danni provocati dall’alluvione del 2016 agli impianti della società pesavano ancora e non potendo garantire minimi rimborsi ai giocatori era difficile convincerli a giocare su un terreno di gioco in terra battuta.

Grazie al fondo governativo “Sport e Periferie”, volto alla realizzazione e rigenerazione degli impianti sportivi localizzati nelle aree svantaggiate, e all’incessante lavoro dell’Amministrazione guidata dal Sindaco Dotta, nel settembre 2020 è terminata la stesura del manto erboso al campo sportivo “Pino Salvi”. L’opera, dal costo complessivo di € 106.000,00 e interamente finanziata dal Coni, rappresenta un importante risultato per la rinascita della zona di Località Isole che ha le potenzialità di diventare un centro sportivo di riferimento per l’intera Valle Bormida.

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